Unità Pastorale 28

Le Parrocchie di Settimo Torinese

 

 17 giugno 2018

 

COMUNICATO DEI PRETI DELLE PARROCCHIE DI SETTIMO TORINESE SULLA VICENDA DELLA NAVE AQUARIUS

 

In merito alla vicenda dei migranti in navigazione sulla nave Aquarius respinti da Malta e dall’Italia, come parroci, preti e diacono di Settimo ci sentiamo in coscienza di presentare alcune considerazioni alle nostre comunità parrocchiali e ai cittadini.

Riteniamo che la scelta del Ministro dell’Interno di rifiutare l’attracco ai porti italiani costituisca una grave violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo e della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati. Il “braccio di ferro” diplomatico con le autorità di Malta e dell’UE ha messo a rischio la vita di centinaia di persone e il rispetto di basilari diritti della persona: ciò costituisce un precedente gravissimo nella storia europea.

Condividiamo la posizione dl Card. Francesco Montenegro, vescovo di Agrigento, che ha definito una “sconfitta della politica” la decisione di chiudere i porti, e ha aggiunto: “L’Europa deve prendere atto che nessuno può fermare i flussi, che sono epocali, e non è chiudendo porti e rimbalzandosi le responsabilità che si troverà una   soluzione: dobbiamo prepararci a un mondo multietnico e a non chiudere porte e finestre”.

Condividiamo inoltre le significative parole del Presidente Sergio Mattarella: “Fate che il volto di questa Repubblica sia un volto umano” e ancora: “Quando l’Europa si farà e i popoli si riconosceranno nella pace e nella concordia, le frontiere saranno segni convenzionali e non diaframmi, e i singoli gruppi etnici potranno esprimere in piena libertà il proprio genio”.

Facciamo appello ai cristiani delle nostre parrocchie e associazioni, perché riprendano le parole di Gesù contenute nel discorso sul giudizio finale del Vangelo secondo Matteo (Mt 25): “Ero straniero e mi avete accolto”, e perché in forza della fede nel Cristo Risorto, Signore della vita, sappiano difendere, anche pubblicamente, il diritto alla vita. Siamo convinti che il Vangelo sia ancora oggi “segno di contraddizione”: è bastato “twittare” questa frase del Vangelo e il Card. Gianfranco Ravasi è stato sommerso di insulti e minacce!

Infine, invitiamo tutti -credenti e non- a non cadere in logiche di strumentalità politica o di propaganda elettorale, ma a considerare il valore di ogni singola persona: quei profughi sono persone!

 

I preti e il diacono di Settimo Torinese